Applicare una strategia di innovazione non è semplice. Passare dalla teoria alla pratica, per farla breve, è quello che ci frega almeno una volta nella vita. Sulla carta tutto sembra funzionare a meraviglia, poi il confronto con la realtà delude le aspettative.
Negli ultimi anni ci si da un gran da fare, a volte più a parole che con i fatti, per essere più innovativi. Nel momento in cui si stanno riaffacciando in Europa, e in Italia in particolare, i fantasmi di una nuova crisi economica, si parla con insistenza di innovazione come di un’ancora di salvezza. Esiste, infatti, una chiara correlazione tra il grado di innovazione di un paese e il suo benessere, con le nazioni scandinave leader indiscusse nello scenario europeo.
Fin qui tutto chiaro. Eppure, l‘innovazione assomiglia a un enigma indecifrabile se ci si basa solo sulle buone idee. Da sole, servono a poco. E‘ necessaria una strategia che le trasformi in qualcosa di concreto, funzionante e utile. Questo sembra essere l‘unico aspetto a fare la differenza tra un successo e un fallimento.
Nel 2017 PricewhaterhouseCoopers (PwC) ha pubblicato l’Innovation Benchmark Report per scoprire come i leader guardano all’innovazione e, soprattutto, cosa fanno per ottenere un risultato che ripaghi sforzi e aspettative. Dalle interviste di oltre 1.200 dirigenti, di 44 paesi, ne sono emersi 5 punti chiave sul rapporto tra strategia e innovazione.
1. La strategia batte la quantità di investimenti
L’obiettivo che guida i manager intervistati è piuttosto chiaro: usare l’innovazione per ottenere una maggiore crescita aziendale in termini di fatturato. Non si tratta, quindi, di innovazione fine a sé stessa, ma finalizzata a un risultato finanziario misurabile. E’ un investimento, da valutare in base al suo ritorno (il cosiddetto ROI, Return Of Investement). Da ogni soldo speso in nuove procedure interne, in ricerca & sviluppo di nuovi prodotti o nell’introduzione di nuove tecnologie, ci si aspetta che restituisca un risultato economico positivo.
Quello che conta, però, non è tanto la quantità di denaro investito, quanto il modo in cui questo viene gestito. Più soldi spesi non fanno, automaticamente, più risultati. Anzi, un grande sforzo (non solo economico) non guidato da una buona strategia è condannato a essere improduttivo, o peggio deleterio. Da qui l’importanza di considerare l’innovazione, focalizzandola su obiettivi precisi, come una parte di un sistema strategico più ampio che comprenda tutti gli aspetti economici e organizzativi di un’azienda.
Adoro i piani ben riusciti.
– Colonnello John “Hannibal” Smith, A-Team –
2. Dall’intuito al modello di business
La frenesia e le decisioni prese di istinto possono rivelarsi molto pericolose. Ad esempio, introdurre una tecnologia molto potente, ma di cui non si sa cosa farsene o non si hanno le competenze per gestirla, può avere un impatto negativo nelle performance di un’organizzazione. A questo proposito, il 54% degli intervistati sostiene che all’interno delle aziende innovative si lotti per colmare la distanza tra la business strategy e l’innovation strategy. Entrambe le strategie devono muoversi nella stessa direzione. Meglio ancora, dovrebbero essere due lati di un unico modello orientato a ottenere risultati economici nel tempo.
La visione di lungo periodo, infatti, sembra essere la chiave per spostarsi da una logica del “sperimentiamo e vediamo che succede”, bruciando tempo e risorse, al ragionare in termini strategici.
Gli innovatori sono chiamati a valutare l’impatto delle innovazioni che creano. E’ fondamentale che quello che fanno offra un aiuto concreto alla strategia con cui l’azienda genera valore.
3. L’innovazione richiede collaborazioni
Il genio che lavora tutto solo, e comunica le sue illuminazioni a una cerchia di pochi eletti, è tanto affascinante quanto inadatto alle organizzazioni complesse. Di solito è condannato a fallire, imprecando nel suo laboratorio sul perché nessuno gli dia retta. L’innovazione, proprio perché investe tutta l’azienda, non é un fatto isolato da prendere così com’è e applicarlo.
Quando stai progettando e implementando un nuovo modo di lavorare, hai davvero bisogno di un feedback. E questo feedback deve arrivare dalle persone coinvolte, non solo da quello che il top management pensa sia la cosa giusta da fare. Questo aiuta a favorire una cultura dell’innovazione.
– Eddie Copeland, Director of Government Innovation, Nesta –
Per quanto un’azienda possa contare su gente in gamba, inoltre, non può fare tutto da sola. Trovare la soluzione giusta è sempre più un processo collaborativo, interno ed esterno. Le grandi innovazioni sono sviluppate da team che includono una cerchia sempre più ampia di dipendenti, clienti, partner, istituti di ricerca e startup. Il 35% degli intervistati, a questo proposito, sostiene che siano i clienti il loro più grande partner nello sviluppo di innovazioni strategiche. E tra i modelli più usati, da affiancare al proprio reparto di Ricerca&Sviluppo, il 61% delle aziende risponde l’Open Innovation.
4. Quanto conta l‘esperienza delle persone
L’innovazione che crea successo richiede una buona alchimia tra competenze ed esperienza. L’uso e la conoscenza di tecnologie avanzate, da sole, non bastano. L’esperienza e la comprensione di un mercato, di un prodotto o di un processo produttivo, sono altrettanto determinanti per trovare soluzioni utili.
Il 65% degli intervistati, infatti, crede che siano i dipendenti a dare il contributo più importante al reparto Ricerca&Sviluppo. Il mix che porta al successo di un‘idea nasce dall‘incrocio di competenze molto diverse, sintetizzando il punto di vista di persone che operano a tutti i livelli. Se è vero che il top management è chiamato a guidare la strategia, è anche vero che la fase di esecuzione e di perfezionamento richiede il contributo e le intuizioni di tutti.
Da qui si aprono due sfide fondamentali per il successo aziendale. La prima è selezionare, coltivare e coinvolgere nel lungo periodo le risorse umane con le giuste competenze e una buona compatibilità con la strategia di innovazione adottata. La seconda, è creare una cultura organizzativa che favorisca l‘innovazione (per il 37% degli intervistati è l‘aspetto più importante).
5. L’innovazione in tutti i settori
Che la tecnologia sostenga l‘innovazione è un fatto noto. Bisogna superare, però, lo stereotipo che soltanto le aziende high-tech siano quelle destinate a innovare. L‘innovazione non è più un gioco per pochi grandi protagonisti. Ogni azienda, di qualunque settore e dimensione, ha l‘opportunità di introdurre importanti innovazioni nel suo modo di operare sul proprio mercato.
La tecnologia, se usata in modo competente e consapevole, può rivelarsi un carburante potente per far decollare qualunque tipo di business. Può essere, addirittura, la chiave per creare da zero nuovi mercati.
La quantità di investimenti in innovazione, ad oggi, vede ancora protagonisti l‘high tech e l‘industria farmaceutica, ma lo scenario sta cambiando a favore di un numero sempre più ampio di settori. Consumatori, clienti e fornitori, del resto sono immersi nelle evoluzioni tecnologiche e le aziende non possono restare a guardare. Il livello minimo di investimenti per poter essere competitivi, anche in mercati apparentemente tradizionali, è infatti destinato a crescere. La cornice migliore dove inserirli, in ogni caso, resta quella di una buona strategia di innovazione.
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