E’ noto che la natura ispiri gli artisti. Quadri, poesie, romanzi, canzoni ci parlano con stupore delle meraviglie che si incontrano passeggiando in un bosco o in una stradina di campagna. Meno noto, forse, é che molti artisti ricerchino la creatività proprio immergendosi nella natura. Succede anche a scienziati e imprenditori. Albert Einstein, ad esempio, amava fare lunghe camminate per trovare l’ispirazione. Imprenditori super tecnologici, come ad esempio Steve Jobs o Mark Zuckerberg, hanno organizzato meeting nei parchi per trovare nuove idee.
Gli effetti terapeutici di un paesaggio sul cervello e sulla nostra salute possono essere davvero sorprendenti. I benefici dello stare in mezzo alla natura sono conosciuti da tempo e la scienza ha raccolto ricerche molto interessanti a proposito.
Come la natura rigenera il nostro corpo
Può anche suonare banale, ma corpo e mente sono una cosa sola. E‘ risaputo come lo stress provochi importanti cambiamenti fisiologici che alterano il nostro corpo e annebbiano il nostro pensiero, non soltanto quello creativo. In questi momenti é necessario prendere le distanze, ritagliarsi dei momenti di silenzio e immergersi nella natura. I giapponesi lo chiamano shinrin-yoku, letteralmente “fare un bagno nella foresta”.
Diversi studi giapponesi hanno dimostrato come le persone che passano del tempo in un ambiente ricco di alberi migliorino le proprie difese immunitarie e, addirittura, sviluppino una migliore resistenza al cancro.
In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.
– John Muir –
Altre ricerche hanno dimostrato, inoltre, benefici come il miglioramento dell‘umore, la riduzione del cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress), della pressione sanguigna e del battito cardiaco.
Un gruppo di ricercatori olandesi, infine, hanno monitorato oltre 250.000 persone stabilendo una relazione evidente tra la percentuale di spazi verdi in cui si vive e la propria salute. I risultati, sostenuti da un campione di popolazione esteso e dalla variabilità degli ambienti analizzati, sottolineano ancora una volta i benefici dell‘essere circondati da elementi naturali.
La natura e la concentrazione
La concentrazione assomiglia a un serbatoio che si svuota e che ha bisogno di essere riempito. Si tratta di una risorsa scarsa, che si esaurisce e che ha bisogno di tempo e qualche cura per ritornare a un livello soddisfacente.
Una mente esausta difficilmente produrrà idee creative. E‘ in una situazione di allarme, tesa fra mille pensieri e attività che bruciano energie. Salvaguardarci è la prima istruzione che troviamo scritta a caratteri cubitali nel nostro cervello (é il nostro limite ma anche il nostro salvagente). Di conseguenza, nelle situazioni di stress, tiriamo a campare e riduciamo al minimo le deviazioni dai percorsi standard.
Può sorprendere come camminare in un bosco aiuti a ritrovare la concentrazione e stimoli pensieri più lucidi. Confrontata con una passeggiata in uno scenario fatto di palazzi, persone indaffarate e traffico, si nota come il cervello tenda a rilassarsi molto più facilmente e ad aprirsi alla curiosità.
A questo proposito, dalla Corea arriva un esperimento interessante. Oltre 900 impiegati sono stati divisi in due gruppi, di cui uno lavorava potendo ammirare una foresta dalla finestra dell‘ufficio. L‘altro gruppo, invece, era esposto al classico paesaggio cittadino privo di zone verdi. A prescindere dall’età e dal tipo di incarico, chi poteva godere di un panorama naturale si è dichiarato molto più soddisfatto.
I benefici del natura sul cervello riguardano anche la memoria. Il team coordinato da Marc G. Berman, dell‘Università del Michigan, ha confrontato il cambiamento delle funzioni cognitive di un gruppo di persone che camminavano nel bosco e quelle di un gruppo che attraversava un viale affollato di una metropoli. Anche in questo caso, i risultati positivi sono a favore della passeggiata nella natura, con un incremento del 20% della memoria a breve termine.
La natura e la creatività
Il tempo che passiamo all‘aria aperta si sta riducendo anno dopo anno, sostituito dall’interazione continua con una tecnologia onnipresente. Mediamente, un americano passa 11 ore al giorno fruendo contenuti digitali (The Nielsen Total Audience Report, 2018). In Italia, grosso modo, la situazione è quasi identica.
Oggi molte persone vivono, in termini di ore giornaliere, una sproporzione mai vista prima tra vita sedentaria e movimento. Allo stesso modo, la nostra attenzione è sempre più risucchiata da Tv, computer, tablet e smartphone. Ogni spazio vuoto viene riempito. Stiamo fermi (primo aspetto che riduce il pensiero creativo… ricordi che abbiamo detto che corpo e mente sono una cosa sola?) e con il cervello sempre impegnato (secondo aspetto che affatica la mente). Alla creatività restano così soltanto le briciole del nostro potenziale, privandola del terreno fertile di cui ha bisogno per fiorire.
Ruth Ann Atchley, insieme ad altri due colleghi del dipartimento di psicologia dell‘Università del Kansas, ha fatto trascorrere a un gruppo di 56 adulti quattro giorni di escursioni nel bel mezzo della natura selvaggia. Al termine di questa breve avventura, completamente disconnessi dalla tecnologia, le persone dimostravano una crescita fino al 50% delle loro abilità creative e di problem solving.
C‘è un piacere nei boschi senza sentieri
Per concludere, ti voglio citare un passaggio di “C‘è un piacere nei boschi senza sentieri”, celebre poesia di Lord Byron, che credo racchiuda in poche righe cosa significhi immergersi nella natura.
C’è un piacere nei boschi senza sentieri,
C’è un’estasi sulla spiaggia desolata,
C’è vita, laddove nessuno s’intromette,
Accanto al mar profondo, e alla musica del suo sciabordare:
Non è ch’io ami di meno l’uomo, ma la Natura di più.– Lord George Gordon Noel Byron –
La scienza dimostra come camminare in un prato, o prendersi del tempo per osservare gli alberi in un parco, sia un toccasana anche se fatto soltanto per pochi minuti, soprattutto se questa attività si ripete durante la settimana. Il verde, del resto, è un colore che stimola la creatività.
Certo, non tutti hanno la fortuna di vivere sul Lago di Braies (Alta Pusteria), circondati dal paesaggio mozzafiato che ho usato come copertina di questo articolo. Abitare in posti del genere, però, non va considerata come una condizione fondamentale per stare bene. Davvero, basta molto meno per migliorare la propria qualità di vita e riaccendere il pensiero creativo.
Confinare il nostro tempo e le nostre esperienze a quanto ci offre uno schermo, passando le giornate seduti in ambienti chiusi (prima al lavoro e poi nel tempo libero), ha un costo per il nostro benessere e la nostra efficienza mentale che si fatica a quantificare.
Eppure, è un costo che paghiamo tutti. Il nostro corpo e il nostro cervello non mentono: non siamo fatti per questo tipo di esistenza, ben lontana dall‘essere equilibrata. Non significa demonizzare la tecnologia o rinunciare ai suoi vantaggi. Sarebbe sciocco e non sono qui a farti il predicone green. E‘ nostra responsabilità, tuttavia, avere cura di noi stessi creandoci giornate che comprendano anche alberi, camminate a zonzo e cieli sopra la testa.