Cos’è la creatività? Per quanto se ne parli, è difficile definire questa parola in poche righe. Molti autori, soprattutto nel campo della psicologia, ci hanno provato con risultati diversi. Ognuno ha la sua definizione e molte nemmeno si assomigliano (e qualcuna si contraddice). In sintesi, può essere definita come la capacità di:
- trovare idee o soluzioni nuove
- combinare gli elementi a disposizione in qualcosa di nuovo e “funzionante”
- risolvere problemi in modo originale
- modificare l’esistente migliorandolo
Una lista piuttosto vaga, me ne rendo conto. Ora facciamo qualche riflessione sul tema e capirai perché non sia facile arrivare a una definizione di creatività. Anzi, ti anticipo che alla fine non ne avremo una e ce la caveremo bene lo stesso. L’importante, a mio parere, è cogliere il significato.
Se però cerchi qualcosa di più concreto, puoi passare direttamente alle 4 fasi del processo creativo:
Cos’è la creatività? E’ facile prendere un abbaglio
Come ti dicevo, esistono molte teorie e approcci alla creatività. Credo però che sia poco utile avere per le mani una definizione convincente di poche righe. Basterebbe una semplice obiezione per trovarsi con un pugno di mosche in mano.
Il tema è sfuggente e ricco di sfumature. Dalle grandi invenzioni alle opere d’arte, dalle scoperte scientifiche al design, da un nuovo metodo di allenamento e da mille altre cose che vedi sul web, si capisce che gli approcci creativi si trovano ovunque. Come nascano è spesso un mistero inafferrabile.
A volte il termine é usato a sproposito (hai presente quei rottami colorati comprensibili solo da chi li ha prodotti e che insistono a chiamare “arte”?). Viene accostato a qualcosa di fuori dal comune, quando invece avere un’idea e creare qualcosa di nuovo é una caratteristica umana molto diffusa. Capita anche che ci emozioni lasciandoci a bocca aperta. Tutto questo a me piace molto.
Le infinite applicazioni creative, è bene sottolinearlo, non comprendono cianfrusaglie, idee sgangherate e pacchianate di vario tipo. Quelle sono tutt’altra cosa, tuttavia anche questa molto umana.
Il mito e gli stereotipi sulla creatività
La cultura di massa in cui siamo immersi e i media degli ultimi 50 anni hanno ricamato parecchio attorno al concetto di creatività. Chi fa qualcosa di nuovo e “bello”, è spesso guardato e raccontato come un eroe che grazie alle sue straordinarie intuizioni cambia il mondo, diventa ricco e ammirato. Non vale solo per gli artisti. Nell’ultimo decennio, ad esempio, è cresciuta l’attenzione rivolta agli imprenditori, soprattutto quelli legati al web e alle nuove tecnologie.
Fai un esperimento: ogni volta che “incontri” uno di questi personaggi, pensa a come viene descritto. C’è spesso un’aurea magica che illumina la scena, una genialità pura e inaccessibile a noi comuni mortali che possiamo giusto sgranare gli occhi (beh, che dire, ogni tanto anch’io resto con gli occhi spalancati dall’ammirazione).
Indubbiamente il talento è importante, ma non basta. Determinazione, abilità tecniche, motivazione, e molte altre qualità che richiedono impegno fanno parte del bagaglio di artisti, innovatori, designer, pubblicitari, ingegneri, ricercatori, atleti ecc.
Contano, soprattutto, due parole che a volte un pò tutti scansiamo: tempo e fatica.
Prima di fantasticare sulla fama o sul conto in banca dei nostri miti, fermiamoci a riflettere. Sei disposto a fare dei sacrifici per portare avanti il tuo progetto? Molte persone, tra cui tu ed io, abbiamo idee creative, ma quante volte ci siamo tirati su le maniche per realizzarle? Nel bel mezzo di un blocco creativo, siamo stati capaci di cambiare punto di vista e prendere una direzione nuova? Non sto nemmeno a dirti il numero di progetti che non ho mai iniziato o quelli che ho abbandonato.
Ci sono però due buone notizie:
- il lavoro duro paga (quasi sempre)
- tutti possiamo diventare più creativi
Forse non apriremo un’azienda che fatturerà milioni di euro, o non scriveremo un romanzo che entrerà nella storia, e nemmeno ci troveremo in testa alla top ten delle canzoni più scaricate. Pazienza. Se però ci impegniamo e sviluppiamo maggiore consapevolezza del processo creativo, qualcosa di bello, utile e nuovo possiamo farlo anche noi. Il punto da cui partire è l’innata capacità che abbiamo di affrontare e modificare le situazioni. Il cosiddetto problem solving è un’abilità che, con gradi diversi, appartiene a ogni persona e può essere sviluppata nel tempo. Il pensiero divergente è la somma di un’attitudine e una competenza, ed entrambe si possono coltivare e migliorare.
Le fasi del processo creativo
La creatività non si esaurisce in un singolo istante. E’ un processo fluido e non lineare che segue diverse fasi in un arco temporale che è impossibile stabilire. Dipende dalla situazione, dalla persona, dal contesto socio-culturale e da molti altri fattori.
In estrema sintesi possiamo pensare a 4 fasi del processo creativo:
- Preparazione
- Incubazione
- Illuminazione
- Realizzazione
1. Preparazione
La fase di raccolta delle informazioni necessarie per risolvere un problema o per conoscerlo più a fondo. E’ un momento di attenta osservazione e ricerca attraverso fonti diverse, compresa l’analisi di teorie precedenti, prodotti simili, tentativi falliti e ipotesi fantasiose. Si analizzano dati, ci si pone domande su come utilizzarli e si inizia a sperimentare.
2. Incubazione
E’ il momento di profonda riflessione su tutto quello che si é raccolto e sviluppato nella fase precedente. Se siamo in questa fase è perché una soluzione vera e propria non ce l’abbiamo ancora, oppure qualcosa non funziona come ci si aspetterebbe. Il problema é ancora lì, davanti ai nostri occhi e dentro la nostra testa. Il cervello infatti, a volte in modo inconscio, sta assemblando tutto, riorganizzando le informazioni, cercando un senso e una direzione.
3. Illuminazione
Bang! E’ la luce che accende la lampadina e ci consegna un ordine imprevisto degli elementi con cui abbiamo lavorato fino a questo momento. E’ l’istante che cambia il corso del processo. Tra tutte le ipotesi e le alternative che abbiamo per la mente ecco emergere improvvisamente quella che funziona (attenzione: questa é la fase che può essere confusa con l’intera creatività, invece é solo uno dei passaggi).
4. Realizzazione
Se l’idea regge e supera l’entusiasmo iniziale, allora si va verso la chiusura del processo. Non é scontato, molte idee brillanti si scontrano con difficoltà “pratiche” al momento della realizzazione (mio nonno diceva, tra il dire e il fare…).
La creatività e il fattore tempo
Ogni fase descritta sopra attraversa, e supera, dei momenti di difficoltà e dei veri e propri fallimenti. Durante il processo creativo, che può essere molto lungo, saremo tentati più volte di cambiare idea. Lotteremo con l’ansia e le esaltazioni momentanee, incontreremo ostacoli di vario tipo, saremo aiutati dal caso (le botte di fortuna valgono sempre) oppure ci fermeremo per un po’ e poi riprenderemo a correre.
Prendiamo due romanzi, anche se di lunghezza diversa: Victor Hugo impiegò quasi 15 anni per scrivere I Miserabili, mentre Fëdor Dostoevskij completò Il giocatore in 28 giorni. Stesso discorso per le scoperte scientifiche. Alcune richiedono vent’anni di studi prima di essere formulate e altri vent’anni per essere accettate dalla comunità scientifica.
E’ una faccenda molto personale, ognuno ha la sua storia, però tutte le tappe sono importanti. Capita di focalizzarsi solo sull’illuminazione, sul lampo geniale, ma una raccolta di informazioni scarsa e poco approfondita porta a un’incubazione “tiepida” che ci farà naufragare alla prima tempesta. In sintesi: la creatività ha bisongo di tempo e detesta la fretta.
Un ingrediente (non troppo) segreto: la passione
Ti faccio un esempio.
Dopo che hai studiato a fondo la musica e i movimenti per suonare la chitarra, dopo che hai ascoltato le canzoni che più ti piacciono e hai imparato a suonarle alla perfezione, dopo che sei andato a molti concerti e dopo che hai fondato la tua prima band, é arrivato il momento di scrivere la tua prima canzone.
Prendi la chitarra e dopo poco ti accorgi che la tua nuova creatura assomiglia troppo a una che già conosci. Cambi tutto, prendi una nuova strada ma ti sembra banale. Così fai qualche modifica e poi lasci perdere, hai un altro impegno e riprenderai quando torni a casa.
Passano i giorni e alla nuova canzone ci dedichi meno tempo. Poi, hai una data in cui vuoi suonarla a tutti i costi e ti fermi. Onestamente, non è bellissima ma almeno é finita. La provi con gli altri della band e i loro pareri ti confermano quello che già sai: fa schifo! Passerà molto altro tempo prima che riprenderai in mano quella canzone, e poi in fondo non è nemmeno urgente perché per fare una data in un pub basta essere bravi con le cover.
Ok, magari questo esempio non ti convince, eppure è una storia vera. Un mio amico ha fatto proprio quello che ho appena scritto (non c’è niente di sbagliato, sia chiaro, ma é un ottimo spunto per ragionare).
Oltre alla competenza tecnica e all’approccio creativo al problema, è necessaria una buona dose di passione per superare tutte le frustrazioni che nascono nel creare qualcosa di nuovo. La creatività non è una faccenda di pochi secondi e richiede impegno. E la costanza per continuare a sperimentare nasce dalla motivazione verso l’obiettivo e dalla passione per quello che si fa. Prendo in prestito una frase celebre e la personalizzo: ti può piacere la meta, ma soprattutto ti deve piacere anche viaggiare verso quella meta. La mancanza di passione è il primo grande ostacolo alla creatività (se qualcosa non fa per te, dedicati ad altro).
Un ingrediente (spesso) segreto: la fortuna
Prima lo abbiamo appena accennato, ci ritorno perché è importante. Spesso un evento fortunato aiuta a risolvere un problema (eh sì, vale anche per la razionalissima scienza).
Un caso piuttosto famoso é quello di Alexander Fleming, biologo e farmacologo britannico. Nel 1928 torna da una vacanza e trova nel suo laboratorio una cultura batterica dimenticata aperta, che nel frattempo si é contaminata con delle muffe. Prima di gettarla si accorge però che i batteri sono scomparsi. Così isola il tipo di fungo specifico, lo prova su vari tipi di batteri e scopre che è efficace. E’ nata la penicillina.
Fleming è stato aiutato dal caso, ma ha anche scelto di approfondire e verificare quello che gli é capitato. Io e te avremmo buttato via tutto e saremmo andati a dormire sereni.
Le parole di Louis Pasteur, chimico e biologo francese, sono illuminanti:
Il caso favorisce la mente preparata.
– Louis Pasteur –
La creatività, un attrezzo buono per qualunque uso?
Stiamo parlando di qualcosa di molto vasto, ma non per questo possiamo applicarla allo stesso modo ovunque.
L’utilizzo di tecniche, la maggiore consapevolezza del tuo personale processo creativo e la capacità di metterti nelle migliori condizioni per avere nuove idee, sono tutti “attrezzi” che ti possono aiutare in campi diversi. Anzi, un’idea innovativa nasce spesso unendo elementi che provengono da contesti diversi.
Ok, però pensaci bene: le persone tendono a trovare soluzioni creative in un contesto specifico. Non puoi essere eccellente ovunque. Certe cose, addirittura, è meglio che le lasci perdere oppure le guardi con sano realismo.
Ti faccio un esempio per capire meglio cosa intendo.
Quentin Tarantino è uno dei registi più creativi che io conosca, eppure potrebbe fallire clamorosamente nell’inventare un nuovo materiale plastico biodegradabile.
Te lo vedi Quentin Tarantino che scarabocchia formule e armeggia provette in laboratorio? Mettiamo anche che voglia davvero trovare quel tipo di materiale, e che quindi abbia la motivazione per passare molto tempo a fare esperimenti. Il progetto potrebbe impantanarsi perché il nostro regista non ha le basi scientifiche per aggirare un problema oppure, più semplicemente, perché si lascia distrarre dalle tecniche con cui hanno montato un video sulla storia della plastica. Insomma, non é il suo mestiere.
La creatività è un lavoro
Ritorno alla domanda iniziale: che cos’è la creatività? Abbiamo visto che l’argomento é molto ampio e i punti di vista per avvicinarlo sono tanti. Ognuno, anche un uomo che non è mai uscito da un bosco e non sa né scrivere né leggere, sperimenta e crea a modo suo.
La creatività é in ognuno di noi, magari un po’ sepolta e sottovalutata, ma c’è. Alle volte, addirittura, abbiamo paura a esprimerla. E invece possiamo risvegliarla, conoscerla meglio e farla crescere. Qui trovi una lista di libri sulla creatività, e non solo, che ti possono essere utili.
Ci sono poi delle tecniche crative altrattanto utili, ma soprattutto serve impegno e dedizione. Lo so, l’ho già detto e lo ripeto con le parole di Thomas Edison, pluricitato inventore geniale e imprenditore americano:
Non c’è sostituto al duro lavoro.
– Thomas Edison –
Da qui il mio suggerimento: fai attenzione a tutti quelli che ti dicono di avere la formula magica per la creatività. Se poi è facile e veloce, voltati dall’altra parte e vai per la tua strada. Non sono diversi dagli spacciatori che promettono di avere la formula magica per la felicità.
Articoli veramente interessanti. Mi sono serviti molto. Mi hanno aiutato molto pensando alla mia creatività.
Ciao Paola,
grazie mille, mi fa davvero molto piacere.
Ho trovato molto interessante questi articoli che mi hanno convinta ulteriormente sul concetto che ho maturato circa la creatività. Sono un’insegnante che ha prestato quarantadue anni di servizio nella scuola e sono stata insignita di medaglia d’oro. Scrivere è sempre stata la mia passione e ora che sono rimasta sola e ho più tempo da dedicare a questa passione ho pubblicato vari libri e continuo a scrivere. Per me la creatività è in tutti, però è necessario saperla coltivare. Penso che non esistano regole precostruite altrimeni che creatività è? Racchiudendola in regole si esclude la possibilità di esprimere se stessi.
Grazie mille, mi fa piacere che abbia trovato interessante il blog. Concordo sul fatto che la creatività sia in tutte le persone, la differenza poi è come la coltivano e se la coltivano. Troppo spesso si rinuncia pensando di non essere portati al pensiero creativo, oppure si segue un istinto casuale e confuso.
Credo che l’unica regola sia applicarsi con disciplina, ognuno con un metodo personale ma comunque un metodo. Su questo molti inciampano, rifugiandosi nello stereotipo dell’illuminanzione improvvisa e poi in un’esecuzione sciatta o superficiale dell’idea. Nemmeno i geni lavorano in questo modo, dimostrandoci invece come la dedizione, lo studio, la voglia di migliorarsi e la curiosità siano tutti ingredienti fondamentali.