In questo post rispondo ad alcune domande sulla creatività che ho ricevuto dai lettori di PensareCreativo. Le leggo con interesse e rispondo, a volte con ritardo, sempre molto volentieri. Da quando scrivo su questo blog ho ricevuto un po’ di tutto: complimenti, critiche, riflessioni, domande, storie personali e suggerimenti. Tengo tutto nel mio bagaglio e sono grato per quello che ricevo. Mi aiuta a scrivere e a capire meglio quello che scrivo.
Ho scelto 5 tipologie di domande sulla creatività per farne delle riflessioni generali.
Le sole risposte utili sono quelle che propongono nuove domande.
– Vittorio Foa –
1. Come inventarsi un lavoro?
Questa é la domanda che mi fanno più spesso. In molti casi nasce da una profonda insoddisfazione verso il lavoro che si fa tutti i giorni. Non si sa dove sbattere la testa, le alternative sono una magra consolazione e ci si sente imprigionati in un tunnel senza via di uscita.
Il consiglio, apparentemente ovvio, è partire dalle proprie capacità. Dico apparentemente ovvio, perché spesso non si conoscono e nemmeno vengono coltivate. A volte per mancanza di tempo, comprensibile, a volte perché viene visto come un lungo percorso dall’esito incerto. Ci si aspetterebbe di trovare un’idea geniale per una svolta improvvisa nella propria vita. Il problema, invece, è diverso. Se anche arrivasse un’opportunità, non avresti nulla da offrire in cambio. Ecco perché devi investire sulla tua preparazione.
Un altro consiglio è guardare ai propri hobby e a quello che ci interessa davvero. Per trasformarli in un lavoro, dovrai padroneggiarli e conoscere a fondo tutto quello che ci ruota attorno. Comprese le persone che già lo fanno, o che in qualche modo possono aiutarti o a cui puoi offrire aiuto (non devi solo chiedere, devi anche dare). Anche qui serve tempo, costanza e aspettative realistiche. Può creare delusioni enormi, e una serie di scelte sbagliate, muoversi a partire dall’idea che un lavoro che ci piace renderebbe la nostra vita felice e priva di difficoltà.
La prima domanda da farsi, prima di qualunque riflessione, è piuttosto semplice: cosa voglio dalla mia vita e dal mio lavoro? Più riesci a farti un quadro ricco di particolari, meglio è. Dopo hai bisogno di mettere a punto un piano per raggiungere il tuo obiettivo. In tutto questo, se riesci a procedere un passo alla volta, senza crearti aspettative enormi, aumenti le tue possibilità di farcela.
Per approfondire-> Inventarsi un lavoro usando il buon senso (ma non troppo)
2. Come sviluppare la creatività in un ambito specifico?
Molte persone stanno già coltivando il proprio talento, con risultati discreti, e vorrebbero scoprire come potenziarlo. Puntare in alto non è sbagliato, ma anche qui bisogna domandarsi perché lo si vuole fare. Vuoi eccellere in una disciplina perché ti gratifica esprimere il tuo talento oppure desideri quello che ti può succedere quando verrà riconosciuta la tua eccellenza?
Sviluppare la creatività è piuttosto semplice. Si tratta di esercitarsi ogni giorno, raccogliere spunti e lasciarsi ispirare con curiosità da quello che ci circonda. Richiede tempo e duro lavoro, ma poi i risultati arrivano (nel senso di un miglioramento rispetto alla situazione di partenza). Molto più difficile, e che sconsiglio, è mettersi a tavolino per trasformarla in un mezzo per ottenere qualcosa che con la creatività c’entra poco: soldi, fama, successo, riconoscimento.
Detto questo, per migliorare le proprie abilità in un certo campo è molto importante frequentare persone che coltivano la stessa passione. Confrontarsi. Tutti i grandi artisti, ad esempio, sono inseriti in una comunità dove scambiano pareri sul proprio lavoro e si danno reciproco supporto (certo, può anche succedere di competere in modo più o meno onesto). Il genio isolato dal mondo è quasi sempre uno stereotipo.
Per approfondire-> Tecniche e metodi creativi
3. Come avere un’idea (davvero) originale?
Un’idea è da considerarsi originale quando porta un elemento di novità. Fin qui tutto chiaro. A volte, presi dall’entusiasmo, ci si dimentica che questa idea deve anche – sottolineo anche – avere senso e una qualche utilità. Due requisiti fondamentali per il successo. Il nuovo a tutti i costi, o una furbata per lasciare a bocca aperta chi guarda, non significa originalità. Di solito, è una cianfrusaglia o una pacchianeria colorata. Un’idea originale non parte con l’intenzione di stupire, piuttosto sviluppa un punto di vista diverso per affrontare un problema, una situazione, un tema già conosciuto.
Sviluppare un punto di vista originale è possibile, basta guardarsi intorno. Banale, vero? Eppure, troppo spesso, viviamo le nostre giornate chiusi in noi stessi, come guidati da binari invisibili che un giorno dopo l’altro ci portano nello stesso posto.
Non ti sto svelando chissà quale trucco: impara a guardarti in giro. Osserva. Parla con la gente. Leggi un libro che non avresti mai letto (soprattutto: leggi). Fai due passi in strade che non conosci. Fermati a guardare i dettagli e lasciati ispirare dalle piccole cose. Non hai idea di cosa ti perdi ogni volta che in treno, in metropolitana, in un giardino, smanetti sul tuo cellulare e ignori quello che ti circonda.
Ragiona poi in termini di quantità, producendo tante idee per poi scegliere la migliore. Non accontentarti di quello che stai pensando o costruendo in un certo momento. Nella creatività vale quasi sempre una regola: più crei e più ti avvicini a risultati originali. I grandi successi nascono da una montagna di fallimenti.
Un punto di vista originale arriva anche dalla capacità di attingere da fonti diverse, raccogliendo le informazioni più disparate per poi riorganizzarle in qualcosa che abbia senso (lo sottolineo ancora: senso e utilità). Infine, serve una profonda conoscenza del problema, della situazione, del tema che vuoi affrontare. A tua insaputa, altrimenti, potresti trovare un’idea già vista, rischiando di essere talmente indietro da credere di essere arrivato primo.
Per approfondire-> Originalità: le 4 abitudini delle persone creative
4. Come interpretare un fallimento?
Alcuni lettori mi hanno raccontato dei loro fallimenti creativi e di come si sono trovati incerti sul da farsi subito dopo. Spesso mi contattano nel momento in cui lo sconforto prende la scena. Cosa fare: insistere o smettere del tutto? Nessuno ha la risposta giusta, men che meno io.
Potrei fare degli esempi di grandi creativi che insistendo hanno superato il fallimento e lo hanno trasformato in un successo. Ne potrei fare altrettanti raccontando come cambiando strada, abbandonando un progetto fallimentare, altri creativi hanno superato una crisi dedicandosi ad altro.
La morale? Superare il fallimento, che tu porti avanti o abbandoni la tua idea, significa fermarsi per un certo periodo ma poi continuare a fare qualcosa. La creatività è pensiero ma, soprattutto, azione. Restare fermi, crogiolandosi nel dubbio, serve a poco.
Il fallimento è una componente naturale e indispensabile di ogni processo creativo. Va accettato correndogli incontro con buon senso e responsabilità. Lavorare con scrupolo e coscienza, mettendosi alla prova e forzando un po’ i limiti, rende le nostre idee più forti. Anche nel momento in cui cambiassimo strada, resta comunque un’esperienza che ci ha arricchito.
Il fallimento è un compagno fedele che ci da l’esatta misura di dove stiamo andando. Se decidi di continuare nel tuo progetto, sappi che nessuno ha superato il fallimento insistendo in modo ottuso, ripetendo la stessa soluzione all’infinito. Ogni volta che qualcosa va storto abbiamo l’opportunità di cambiare in meglio, aggiustando e rivedendo i nostri piani.
Per approfondire-> 6 modi per celebrare un fallimento
5. La creatività fa per me?
Mi capita di ricevere email dove si dichiara un forte interesse per la creatività senza però sapere dove o come applicarla. I tentativi fatti non danno grandi risultati e, soprattutto, ci si annoia quando si prova a cimentarsi nella scrittura, nella pittura, nella creatività manuale o in qualunque altra attività. In diversi casi, chi scrive mi dice anche di avere un sacco di idee ma poi di non sapere cosa farsene. Da qui esce la classica domanda: la creatività fa per me?
Ognuno di noi, se cerca bene tra le sue risorse personali, è dotato di pensiero creativo. Qualcuno ne ha una scorta infinita, qualcun altro meno. Vale lo stesso discorso per la forza fisica, l’altezza o il colore degli occhi. Ognuno nasce con il suo bagaglio. Resta però indiscutibile che tutti noi abbiamo questa capacità. Si tratta di riconoscerla e di coltivarla.
Per riconoscerla, bisogna partire dal presupposto che la creatività non appartiene soltanto agli artisti o agli scienziati (giusto per fare due esempi). Una soluzione originale può essere trovata in qualunque ambito. Per coltivare la creatività, invece, serva pazienza ed esercizio. Non bisogna confondere il pensiero creativo con un’abilità tecnica specifica, come ad esempio lo scrivere “bene”. Vanno di pari passo, entrambe hanno bisogno di esercizio, ma non sono la stessa cosa.
Pensare in modo creativo, al contrario, è un atteggiamento di apertura verso il mondo, che ci porta a collezionare mille spunti e per poi riorganizzarli in modo originale. Può essere la sceneggiatura di un film, un modo ingegnoso per lavare i piatti o una risposta intelligente per appianare una situazione. In questo risiede la sua potenza un po’ enigmatica, che sfugge a un rigido controllo del “faccio questo per ottenere quello”.
La creatività è una risorsa che cresce o che viene soffocata dalle reali intenzioni che ci guidano. Se cerchiamo una distrazione dalla noia, una via di guadagno facile, il riconoscimento sociale, quasi sicuramente siamo destinati a fallire. Se invece ci mettiamo in viaggio sapendo che stiamo partecipando a una ricerca che dura tutta la vita, che può illuminarci le giornate con piccole cose, allora siamo sulla buona strada.
Per approfondire-> 10 idee da evitare per essere più creativi
In conclusione
Mi è capitato di scoprire che abbiamo tutti, più o meno, gli stessi dubbi quando ci confrontiamo con la creatività. Siamo affascinati, ne riconosciamo il valore e la bellezza, però a volte ci affidiamo a lei come se sperassimo in un terno al lotto. Beh, non funziona così.
La creatività va coltivata, ogni giorno, con piccoli gesti che nel tempo ci aprono nuove esperienze e opportunità. Non credo nei miracoli e in quello che accade all’improvviso senza una ragione. La fortuna esiste, certo, ed è sempre ben accetta. Ogni cosa, tuttavia, nasce dove trova terreno fertile in cui crescere. Coltivare la creatività richiede impegno e aspettative realistiche (chi si illude, si delude).