Guillaume Le Gentil è stato un grande astronomo francese e un uomo perseguitato da una grande sfortuna. La malasorte, infatti, si è accanita su di lui tenendolo lontano da casa per oltre 11 anni. Dal 1760 al 1771 ha accumulato una serie tragicomica di incidenti, naufragi, esili forzati, occasioni mancate e un oblio da cui ha lottato per uscirne indenne.
Proprio per questo è un grande esempio di resilienza e passione incondizionata per il proprio lavoro. Oltre alle sue scoperte e alle sue sventure, la sua vita ci racconta di come sia possibile mantenersi focalizzati sul proprio obiettivo con tenacia, nonostante tutto quello che può accadere. E’ la storia di un uomo che ha perso e poi ritrovato sé stesso.
La passione per le stelle
Già il nome completo sembra presagire una vita complicata: Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière. Il futuro astronomo nasce il 12 settembre 1725 a Coutances, piccolo paese della Normandia a due passi dalle acque del Canale della Manica. Qui compie i primi studi distinguendosi come alunno brillante e curioso.
Figlio di una famiglia dell’aristocrazia locale, e non essendo primogenito, la sua vita viene indirizzata verso la carriera ecclesiastica. Parte quindi alla volta di Parigi per completare la sua formazione e diventare prete. Nella capitale inizia a studiare teologia e, per semplice curiosità, segue delle lezioni di astronomia. Le stelle e i pianeti esercitano da subito un fascino irresistibile per il giovane Guillaume. Si appassiona al punto da lasciare ogni proposito di vita ecclesiastica per dedicarsi soltanto all’astronomia.
Lo zelo con cui porta avanti gli studi e le sue osservazioni brillanti lo portano a conoscere uno dei discendenti di Giovanni Domenico Cassini, grande matematico italiano divenuto nel secolo precedente direttore dell’Osservatorio astronomico di Parigi. Il figlio e poi il nipote di Cassini saranno astronomi di altrettanta fama. Ed è proprio il figlio di Cassini, Jacques, ad aprire le porte dell’Osservatorio a Guillaume Le Gentil.
Il giovane astronomo francese è affamato di conoscenza e stupisce la comunità scientifica parigina per la profondità delle sue conoscenze e l’acutezza delle sue riflessioni. Riesce anche fare importanti scoperte, tra cui una galassia (M32) nella costellazione di Andromeda e la Nebulosa Laguna (M8) nella costellazione del Sagittario.
Nel 1753, a soli 28 anni, viene nominato membro dell’Accademia Reale delle Scienze. Nel frattempo, però, i suoi occhi non sono rapiti solo dalle stelle e dai pianeti. Si innamora di una ragazza parigina che sposa in quel periodo e da cui avrà dei figli.
Inseguendo il Transito di Venere
La vita di Guillaume Le Gentil scorre tranquilla fino a poco prima del 1760, quando lo scienziato russo Mikhail Lomonosov lancia un progetto di ricerca internazionale per calcolare la distanza della Terra dal Sole. L’idea è sfruttare l’osservazione del passaggio di Venere, evento eccezionale previsto per il 6 giugno 1761. Per ottenere misurazioni affidabili viene stabilito che verranno fatte da diversi punti sparsi sul pianeta.
Per l’epoca è un progetto molto ambizioso, che coinvolge oltre cento tra i migliori astronomi del tempo, tra cui lo stesso Le Gentil. Come punto di osservazione gli viene assegnato Pondicherry, insediamento coloniale francese in India.
Il 26 marzo 1760 salpa da Brest, equipaggiato di tutta la strumentazione per le rilevazioni e dall’entusiasmo di partecipare da protagonista a un momento storico per la scienza. Sulla nave lavora meticolosamente, passando molto ore a osservare il cielo. E’ un uomo metodico e annota tutto sul suo diario.
Il primo colpo di sfortuna
Dopo oltre 3 mesi di navigazione fa tappa alle isole Mauritius e il governatore lo accoglie con una brutta notizia: la guerra tra Francia e Inghilterra (la guerra dei Sette anni) si sta combattendo anche in India. La nave non può proseguire e Guillaume Le Gentil resta bloccato sull’isola, preda anche di un forte attacco di dissenteria, malanno tipico dei lunghi viaggi esotici del tempo.
Il secondo colpo di sfortuna
Il senso del dovere di Le Gentil, e la paura di essere accusato di essersene lavato le mani, gli impone di portare a termine la sua missione scientifica. Nel febbraio 1761, dopo aver incassato diversi rifiuti, riesce a imbarcarsi. Entro maggio, secondo le stime, dovrebbe essere in India. Il mare non è però clemente e bersaglia la nave prima con una tempesta, poi con l’assenza prolungata di venti favorevoli. Dopo 5 settimane di navigazione, Le Gentil si ritrovava fuori rotta e piuttosto ansioso sull’effettiva possibilità di raggiungere l’India nei tempi previsti.
Il terzo colpo di sfortuna
Al largo di Mahe, sulla tratta che porta verso l’India, i francesi incrociano una nave olandese che li informa che Pondicherry è da poco caduta nelle mani inglesi. Da quel momento nessun francese può mettere piede in città. Non resta che tornare alla svelta alle Mauritius sperando di poter assistere al passaggio di Venere. Il 6 giugno Le Gentil riesce a osservarlo, ma trovandosi ancora in mare aperto le rilevazioni sono complicate. Prova a sistemare tutta l’attrezzatura, con un occhio scrive e con l’altro osserva. Alla fine si arrende all’evidenza e sul suo diario scrive “Lo osservai come mi fu possibile, vale a dire molto male”.
Cosa fare? Guillaume Le Gentil resta
Le Gentil decide che non può tornare a casa sconfitto, ritrovandosi ai margini di un evento epocale per la comunità scientifica. Si propone di restare in quei mari fino al prossimo passaggio di Venere. Il che significa 4 giugno 1769, cioè ben otto anni dopo. Otto anni lontano da casa per essere certo di poter rimediare alla sfortuna e, soprattutto, per non perdere un’occasione unica. Dopo il 1769, infatti, non sarà più possibile assistere al fenomeno per molto tempo e spetterà agli astronomi delle generazioni future osservarlo. Questa volta, dice a sé stesso, non fallirò.
Si rimette al lavoro facendo base alle Mauritius. Effettua diverse esplorazioni in Madagascar e nella vicina isola de la Réunion. Il prossimo transito di Venere è diventato la sua ossessione e, attraverso numerosi calcoli, stabilisce che il punto più favorevole per osservarlo è Manila, nelle Filippine.
Nel 1766 salpa per Manila. Una volta raggiunta l’attuale capitale delle Filippine, trascorre oltre un anno impegnato in calcoli astronomici e osservazioni della volta celeste.
Il quarto (grandissimo) colpo di sfortuna
Dall’Accademia di Francia arriva una lettera piuttosto chiara, con un messaggio che potremmo riassumere così: Guillaume cosa diamine ci fai a Manila, che tra l’altro è fuori posizione? Pondicherry, nel frattempo, è tornata sotto la bandiera francese e l’astronomo viene invitato a rispettare il piano che era stato organizzato in occasione del precedente Transito di Venere.
Le Gentil nella sua replica scrive che mai in vita sua gli era capitato, per tempi così lunghi, di osservare un cielo senza nubi. Manila sembra quindi perfetta per le osservazioni astronomiche. Rispetta tuttavia gli ordini dell’Accademia e si imbarca per Pondicherry.
In India è accolto con tutti gli onori degni di un grande scienziato che sta dedicando la vita alla scienza. Il governatore, Jean Law de Lauristone, gli costruisce un osservatorio tutto per lui sulle rovine di un antico fortino.
Dai diari di Le Gentil sappiamo che nei quaranta giorni che precedettero il 4 giugno 1769 il cielo di Pondicherry fu sempre limpido. Il destino però a volte è ingrato con chi se lo carica sulle spalle e continua a perseguire il proprio obiettivo. La mattina del 4 giugno, dalle ore 7 alle ore 7.30, una nuvola oscura il cielo per il tempo in cui era possibile osservare con precisione il transito di Venere.
Oltre al danno anche la beffa: da alcuni collaboratori rimasti a Manila scopre che quel giorno il cielo era perfetto per le osservazioni. Dopo oltre 9 anni dalla sua partenza, Guillaume Le Gentil si ritrova ancora una volta con un pugno di mosche in mano.
Il quinto e i successivi colpi di sfortuna
Le Gentil decide di rientrare in Francia e si imbarca nuovamente. Anche il viaggio verso l’Europa, tuttavia, sembra manovrato da cattive congiunzioni astrali. Dopo un breve periodo di navigazione nell’Oceano Indiano, una violenta tempesta si abbatte sulla nave e i passeggeri riparano all’isola de la Réunion. Riuscirà a fare ritorno a Parigi soltanto alla fine del 1771.
Ha passato 11 anni lontano da casa e le sue amate stelle sembrano continuare a prendersi gioco di lui. Le ultime lettere che ha spedito non sono mai state recapitate, disperse a causa dei naufragi e dei periodi di guerra che hanno infuriato nei mari dove viaggiavano. Nessuno ha più avuto notizie di lui.
Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière è quindi dichiarato ufficialmente morto da tempo. Da qui, l’ultima serie di colpi bassi che il destino gli riserva: la sua cattedra all’Accademia delle Scienze è stata affidata a un altro astronomo, la moglie si è risposata e il suo patrimonio è stato diviso e dilapidato tra i vari eredi. E sembra che a tutti vada benissimo così.
La rinascita di Guillaume Le Gentil
L’astronomo francese è un uomo di scienza, meticoloso e disciplinato. Questo gli ha permesso di superare la lunga serie di avversità che si sono abbattute su di lui senza sosta. Molti si sarebbero arresi al destino, non Guillaume Le Gentil.
Si dice che in quel periodo vivesse facendo l’insegnante a domicilio di facoltosi parigini. Nel frattempo, il Re interviene personalmente per restituirgli il posto che merita nell’Accademia delle Scienze. Riottiene la cattedra, si risposa e lasciato in pace dalla sfortuna trascorre gli ultimi 21 anni di vita a Parigi dedicandosi alla scienza. Muore il 22 ottobre 1792 a 67 anni.
Nel 1961, duecento anni dopo l’inizio delle sue disgrazie, gli scienziati danno il suo nome a un cratere sulla luna (cratere Le Gentil).
Nel 2016, il gruppo Pinguini Tattici Nucleari (di recente terzi classificati a Sanremo 2020, 70° Festival della canzone italiana) gli dedicano questa canzone che parla del venire dimenticati, dello svegliarsi una mattina e scoprire che tutto è cambiato, che quello in cui credevamo non esiste più.