Il metodo Montessori è un sistema educativo tra i più famosi e da oltre un secolo milioni di bambini lo hanno seguito in oltre 20.000 scuole nel mondo. Spesso però non si conosce esattamente che cosa sia. Tutti sanno, più o meno, chi era Maria Montessori (se non sei troppo giovane, l’avrai vista per molti anni stampata sulle vecchie mille lire), ma il suo approccio pedagogico resta tema per gli addetti ai lavori.
Faccio subito due premesse. Non ho mai frequentato una Scuola Montessori e questo articolo non vuole essere un invito a farlo. Tanto meno la mia è una presa di posizione nel confronto tra il metodo steineriano e quello montessoriano, o di qualunque altro sistema educativo.
Ho visto genitori infiammarsi su queste teorie e discuterne come tifosi in una partita tra squadre della stessa città. Io non sto né con una parte né con l’altra. Se ti interessa approfondire le differenze tra i due metodi, e i numerosi punti in comune, sul blog La casa nella Prateria trovi un articolo molto interessante a riguardo.
Voglio invece riflettere con te sulla portata rivoluzionaria e innovativa del pensiero di Maria Montessori. Stiamo parlando di teorie elaborate oltre 100 anni fa da una donna nata in una famiglia istruita ma di origini piuttosto comuni. Merita quindi tutta la nostra attenzione capire chi era un personaggio del genere.
Senza entrare in dettagli pedagogici, quello che conta (almeno per me) è quanta importanza abbia dato allo sviluppo dell’indipendenza e della creatività nei bambini. E se ne possono ricavare parecchi spunti di riflessione anche per la creatività degli adulti.
Metodo Montessori – soprattutto la libertà dei bambini
Maria Montessori non è una donna “normale” per l’epoca e per il Paese in cui vive. Emancipata e dall’intelligenza brillante, nasce nel 1870 a Chiaravalle (Ancona) e già dai primi anni della sua vita manifesta un forte interesse per le materie scientifiche. E’ una testona e segue le sue passioni con tenacia, anche contro l’opinione del padre, e nel 1896 sarà la terza donna a laurearsi in medicina in Italia.
Il messaggio chiave del metodo Montessori è semplice, ma molto potente: i bambini devono poter sviluppare i loro talenti liberamente. Compito degli educatori e dei materiali didattici è risvegliare il loro interesse. Punto. Basta questo per capire quanto Maria Montessori sia proiettata nel futuro (pensa al periodo autoritario in cui inizia a formulare le sue idee).
Il Metodo Montessori – alcuni principi
Stiamo parlando di un sistema educativo molto complesso, che si applica agli allievi dai 0 ai 18 anni di età. Maria Montessori lo sviluppa a partire dalle sue esperienze nell’educazione di bambini con problemi psichici e in qualche anno lo trasforma in un metodo completo.
Concentriamoci su 3 principi che si legano allo sviluppo della creatività.
1) L’importanza della scoperta
Alla base del metodo Montessori c’è un ambiente collaborativo in cui il bambino è libero di muoversi secondo le proprie inclinazioni, sempre comunque all’interno di regole prestabilite e nel rispetto degli altri. Un punto importante è infatti lo sviluppo dell’autodisciplina.
E’ un cambio di prospettiva totale rispetto alle scuole tradizionali, dove l’abilità degli alunni è stabilita dalla loro capacità di fornire risposte esatte. Qui, invece, non vengono nemmeno dati voti e il bambino apprende attraverso scoperte dirette.
Il ruolo dell’insegnate stesso è abbastanza defilato, ma non per questo meno importante.
Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.
– Maria Montessori –
Osservare molto e parlare poco. Credo che valga per tutti i creativi, non credi?
2) L’indipendenza
Ai genitori e agli insegnati è richiesto di supportare i bambini nel loro percorso di crescita, orientandolo verso obiettivi precisi (si tratta pur sempre di un metodo, gli stessi materiali usati nelle scuole montessoriane seguono dei canoni prestabiliti). Ma è vietato intralciare l’apprendimento in prima persona, momento ritenuto fondamentale, intercedendo per il proprio figlio o il proprio alunno.
Ti sarà tutto più chiaro con questa citazione.
La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio, non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo.
– Maria Montessori –
Questo significa che il bambino non sarà mai troppo piccolo per fare qualcosa né dovrà essere obbligato solo perché il genitore o l’insegnante lo richiede. Seguirà i suoi tempi di apprendimento, si concentrerà su quello che preferisce e lo sperimenterà fino ad acquisirlo.
L’indipendenza dell’agire si collega alla sicurezza nelle proprie capacità. Agli adulti spetta il compito di crescere figli sicuri di sé, che si sentano apprezzati per quello che fanno e per le proprie opinioni. E’ giusto correggere gli errori, ma facendo attenzione all’eccesso di critiche e ai giudizi negativi. Più un bambino si sentirà sicuro e meno avrà il bisogno di compiacere le persone che lo circondano (comportamento che poi tenderà a replicare anche da adulto).
3) Essere interessati e cercare il proprio talento
Le persone imparano meglio se sono interessate. Concetto tanto semplice quanto spesso dimenticato nelle scuole e nelle aziende. Forzare le cose porta a risultati molto scarsi nell’apprendimento come nell’innovazione. La creatività fiorisce solo nei terreni fertili, quando siamo motivati ad applicarla e a ingegnarci a risolvere un problema che ci interessa.
Maria Montessori questo lo sapeva già. Il suo metodo cerca di assecondare le naturali inclinazioni dei bambini, portandoli a scoprire e a potenziare i propri talenti senza sentirsi mortificati quando non si riesce a fare tutto subito.
Quando la mano si perfeziona in un lavoro scelto spontaneamente, e nasce la volontà di riuscire, di superare un ostacolo, la coscienza si arricchisce di qualcosa di ben diverso da una semplice cognizione: è la coscienza del proprio valore.
– Maria Montessori –
Metodo Montessori: a favore o contro?
Tutti gli argomenti complessi fanno discutere, e un tema caldo come l’educazione dei bambini non è certo uno scherzo. Il mondo si divide tra chi è a favore del metodo e chi è contrario, avanzando critiche e alternative. Non mi ci addentro, ma ti anticipo che sono tutte molto sensate. Tuttavia, i metodi alternativi che vengono proposti sono a loro volta oggetto di critiche e revisioni.
Districarsi non è per niente facile in un dibattito che dura da oltre 50 anni, e per questo ho deciso di lasciar perdere. Probabilmente, ogni metodo che dia valore alla creatività e all’indipendenza di pensiero vince sulle scuole tradizionali che abbiamo frequentato con un buon carico di noia sulle spalle.
Secondo me, ci sono due considerazioni da fare:
Il valore storico di Maria Montessori e del suo metodo. Non me la sento di sminuire Leonardo da Vinci perché ha dipinto alcuni affreschi con dei colori che non hanno resistito al passare del tempo. Pazienza. Resta una mente brillante da cui si può trarre molta ispirazione. Stesso discorso per la nostra pedagogista di Chiaravalle.
Nel metodo Montessori si trovano degli spunti validi anche per la creatività degli adulti. Non passerà mai di moda l’importanza delle scoperte in prima persona, dell’indipendenza e della curiosità, e ognuno di noi può coltivare queste qualità insieme al proprio pensiero creativo. Di sicuro non se ne esce danneggiati.
Maria Montessori è stata una donna molto in gamba e che ha dato un contributo innovativo alla scienza. Ha cambiato completamente il concetto di scuola, rendendola a misura di bambino (lo ripeto, pensa agli anni in cui raccontava in giro per il mondo queste teorie).
La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.
– Maria Montessori –
Sempre fedele alle sue idee, qui puoi vedere una sua intervista del 1947, di ritorno in Italia dopo averla lasciata nel 1934 per inevitabili contrasti con il regime fascista.
Il metodo Montessori funziona?
Una ricerca di qualche anno fa, condotta dalle Università della Virginia e del Wisconsin, sembra dimostrare l’efficacia del metodo Montessori (i risultati sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Science). Due psicologhe, Angeline Lillard e Nicole Else-Quest, hanno confrontato bambini di 5 e 12 anni provenienti da scuole montessoriane e da altre che non applicavano il metodo. Agli studenti hanno somministrato dei test per valutare le capacità cognitive e quelle sociali/comportamentali.
Risultato: i bambini montessoriani si sono dimostrati migliori sia nelle prove cognitive, sia in quelle creative nel risolvere problemi pratici.
Sempre qualche anno fa, siamo nel 2011, il Wall Stree Journal titolava “The Montessori Mafia”. L’articolo ci ricorda come Larry Page e Sergei Brin (fondatori di Google), Jeff Bezos (fondatore di Amazon), Jimmy Wales (fondatore di Wikipedia) e Will Wright (sviluppatore di videogame, hai presente The Sims?) abbiano frequentato scuole che usavano il metodo Montessori.
Ma non sono gli unici. Jeffrey Dyer, della Brigham Young University, e Hal Gregersen, della scuola di direzione aziendale INSEAD, hanno studiato oltre 3000 persone che si sono distinte nel campo imprenditoriale e nell’innovazione. A un certo punto della ricerca, gli studiosi notarono che un numero significativo di questi manager aveva ricevuto da bambino un’educazione montessoriana.
Grande donna Maria Montessori. Un grande esempio per tutti noi insegnanti.
Ciao Giovanna, sì Maria Montessori era una persona straordinaria. Il suo Metodo e la passione sincera per il suo lavoro sono una grande fonte di ispirazione per gli insegnanti e per chiunque si interessi di creatività.
Grazie per il commento
L’ educazione morale secondo la Montessori.
L’educazione non è qualcosa di distinto e sovrapposto; la morale, secondo la Montessori, deve nascere dall’ambiente, dagli adulti che il bambino frequenta, dall’ordine delle cose, che sottintende ordini negli atti e nel rispetto reciproco; dev’essere suggerita dagli stessi esercizi di vita pratica, dal lavoro che impegna e sviluppa la volontà dall’atteggiamento umile e paziente della maestra. Un bambino che cresce in un ambiente adatto, educato a muoversi come si conviene, soddisfatto psicologicamente da attività che lo attraggono, disciplinato dal lavoro stesso al quale si applica con amore, non ha bisogno di sentire la disciplina dall’esterno, imposta con ordine e prediche. Agisce spontaneamente senza disturbare, come un piccolo uomo, conservando la spontaneità e la gaiezza che sono proprie dell’età.
Grazie Giovanna per il tuo contributo, lo pubblico molto volentieri
Vorrei condividere con tutti voi, questo bellissimo ed interessante pensiero di Maria Montessori che a me sta davvero a cuore. Ed è questo : Ogni atto che l’adulto compie nella vita sociale deve essere fatto anche nella vita sociale del bambino. Ad ogni legge dell’adulto deve corrispondere una legge del bambino; in ogni nuova scoperta che aiuta la vita dell’adulto, una parte deve spettare alla vita del bambino. Non solo case per l’adulto, ma anche case per il bambino; oggetti per l’adulto, oggetti per il bambino, diritti per l’adulto, diritti per il bambino. Ed io credo che si debba anche avere una rappresentanza al Parlamento per il bambino: poichè là dove si discutono tutte le leggi e dove si curano tutti gli interessi materiali ed intellettuali dell’uomo, ci deve essere pure chi difenda gli interessi di questa parte così numerosa dell’umanità: l’infanzia.
Ciao Giovanna,
condivido molto volentieri, grazie.
Sì, una parte numerosa e fondamentale per il futuro dell’umanità.