Moodboard: cos’è e perchè dovresti crearne una

Facciamo una moodboard, mi disse molto tempo fa un cliente. Una che? Lo so, avrei potuto rispondere “certo, nessun problema”, correndo poi a googolare per bluffare con eleganza. Ma perchè mentire? Ammettere la beata ignoranza, detta anche la tecnica del “nessuno nasce imparato”, può aprire a conoscenze inaspettate. Ad ogni modo, oggi ti racconto di uno strumento che arriva dal mondo del design e della moda. Una bomba per raccogliere le idee e per ispirare (te e gli altri).

Moodboard: cos’è e come funziona

Partiamo dalla traduzione letterale. Mood in inglese vuol dire umore, board tavola. Dunque? Ecco la definizione: è una tavola che raccoglie suggestioni per restituire l’atmosfera e lo stile di un progetto. Mi spiego meglio. La moodboard è una raccolta di immagini, ma possono anche essere oggetti, che rappresentano le fonti di ispirazione che un designer ha seguito nel progettare qualcosa. E’ la rappresentazione visiva e tattile dell’identità del progetto. Chiamalo concept, se vuoi sembrare più cool in una seduta creativa. Come avrai capito, in questo post faccio man bassa di inglesismi.

Hai presente le mappe mentali? Ecco, il meccanismo è abbastanza simile. Si mettono insieme elementi diversi che, grazie alle relazioni di senso che intrattengono tra loro, portano a qualcosa che sarebbe difficile definire a priori. E con le immagini viene tutto più semplice. Il segreto è presto detto: il nostro cervello adora le immagini e le interpreta al volo. A colpo d’occhio riusciamo a scorgere incoerenze e opportunità che la parola scritta spesso nasconde.

Esempi di Moodboard

Facciamo qualche esempio. Come faresti a definire l’identità di una collezione di moda? Con una moodboard. Allo stesso modo, potrebbe servirti per rappresentare le sensazioni evocate da una canzone o da uno spot pubblicitario, oppure la filosofia con quale vuoi arredare uno spazio o disegnare una linea di prodotti. Insomma, la puoi usare in molte situazioni.

Moodboard: un esempioMidnight City di Jordenn Bailey.

Qualche altro esempio di mooboard? Eccona una selezione su Pinterest.

Se lo strumento è molto utile per presentare un’idea a un cliente (e convincerlo), è anche efficace per trovare l’ispirazione ben prima di mettersi a progettare qualcosa. Funziona? Certo. Come troverai scritto più volte in questo blog, la creatività è mettere insieme elementi diversi. Dal mio punto di vista, creare una moodboard è una tecnica per organizzare un bel po’ di materiale e trovare una chiave di lettura originale e creativa.

Moodboard fisica e digitale

Prima di di qualche consiglio su come si fa una moodboard, distinguiamo tra quelle fisiche e quelle digitali. Con fisiche intendo un foglio o una lavagna sul quale incolli immagini, testi, disegni, mappe, biglietti, e tutto quello che serve a dare un’anima al tuo progetto. Oppure, la versione casereccia e meno ortodossa, può essere un tavolo su cui metti degli oggetti legati tra loro.

Ho visto fare qualcosa del genere da una costumista, che ha raccolto abiti e accessori che secondo il suo gusto definivano un personaggio. Mi sembrò un’idea geniale (ma magari è un modo di fare standard dei costumisti), perché abiti e oggetti dicono molto di una persona, del suo stile, delle suo background professionale e culturale. Riuscire a trovare la coerenza tra tutto, rendendo interessante e credibile il personaggio, non è cosa da poco. Prendere fisicamente gli abiti e gli accessori, toccarli e spostarli, costruire un piccolo mondo, è molto meglio che sedersi a tavolino e pensare in modo astratto.

La versione digitale, invece, può essere realizzata con dei software o attraverso social network come Pinterest (tra l’altro, un’ottima fonte di ispirazione). Se devi presentare un briefing oppure un progetto, la cosa migliore è usare un software che ti permetta di creare un layout professionale giocando con testi e immagini. Non dimenticare che oltre all’idea in sé, conta molto anche come la presenti.

Se stai lavorando ad una tua moodboard personale, ad esempio per trovare l’ambientazione del tuo prossimo romanzo, puoi unire questa tecnica alle mappe mentali. O meglio, quello che puoi fare è arricchire la tua mappa con immagini, ritagli, testi e altri materiali. Il rischio delle mappe mentali è proprio quello di ottenere un risultato monodimensionale, privo cioè di stimoli visivi che accendano la creatività. Se poi hai una parete libera a casa o nello studio, approfittane per appenderci un grosso foglio con la tua “mood-mappa”. Consiglio: ogni tanto dalle un’occhiata e aggiungi nuovi elementi. Non deve essere un’opera d’arte statica e intoccabile.

Moodboard e brainstorming

Una moodboard è un ottimo strumento per fare brainstorming. Condividerla in un gruppo può aiutare a dare il via a una “tempesta di cervelli” molto efficace. Invece di muoversi a casaccio, si ha già una linea guida da seguire, senza però fissare dei paletti troppo rigidi. Si procede, cioè, a partire da una sensazione. Le idee che verranno generate saranno quindi più coerenti con il “mood” della soluzione che si sta cercando.

D’altra parte, il brainstroming stesso può essere una tecnica per creare una moodboard creativa. Facendo lavorare insieme molte teste, si raccolgono impressioni molto più varie, che poi si condensano in un unico progetto che riesce a ispirare più persone.

Qualche consiglio su come si fa una moodboard

Una moodboard usata da una fashion stylist per presentare una collezione di moda è diversa da quella di un web designer che racconta il layout di un sito Internet. Studiare una campagna di comunicazione è diverso dall’immaginare l’atmosfera di un film. Potrei andare avanti all’infinito, ma quello che voglio dirti è che in ogni caso gli scopi restano sempre uguali:

  • coinvolgere i propri committenti
  • ispirare le persone
  • arricchire e facilitare la comprensione di un concept

Con questi obiettivi sempre in testa, ecco alcuni consigli per realizzare una moodboard efficace.

1. Chi è il tuo cliente

Quando dico cliente, intendo chiunque debba ricevere il tuo messaggio. La regola d’oro, semplice ma veloce da dimenticare, è che quello che piace a te non deve per forza piacere a qualcun altro. Non significa rinunciare al proprio tocco personale. Anzi, il progetto deve “anche” parlare di te (vedi il punto 2). Non bisogna però mai dimenticare che la forza di una moodboard sta nella capacità di ispirare chi la guarda. Deve, insomma, parlare il suo linguaggio e raggiungere i suoi obiettivi.

2. Il tocco personale

Un progetto, un’opera d’arte, un’invenzione, qualunque cosa racconta anche il suo autore. Ne trae personalità e senso. Presentare una moodboard è un’occasione unica per far passare il proprio gusto estetico, senza dire una parola. Ricordi l’importanza delle immagini di cui parlavamo prima? Ecco, proprio quella. Prenditi il tempo per scegliere immagini che siano memorabili e che riescano a creare una connessione forte con il cliente o con chi vuoi ispirare. Come avrai capito, il punto 1 e il punto 2 non devono giocare una partita di tennis, ma fare un giro in tandem.

3. Partire da un’idea centrale

Prima di iniziare, fatti questa domanda: qual’è l’idea che voglio comunicare? Deve essere qualcosa che riesci a esprimere in poche parole. Ammucchiare testi, immagini e cianfrusaglie non è lo scopo della moodboard. Per quanto varia e ricca di elementi possa essere, deve sempre emergere un senso e una direzione. Chi guarda, insomma, non dovrebbe diventare matto a capire cosa vuoi dire. I riferimenti e le suggestioni devono essere facilmente comprensibili. Puoi anche aiutarti con dei brevi testi, ma sarebbe meglio non farlo. Il trucco è capire che c’è una grossa differenza tra il “mettere insieme” e il “selezionare”. Sembra una sottigliezza, eppure è questo che permette di creare qualcosa di coerente e che sappia davvero ispirare.

Software e risorse online per creare una moodboard

Oltre al già citato Pinterest, esistono diversi software e risorse online che ti possono essere utili. Eccone 3 che ho selezionato.

Immagine di copertina: Mood Board di GmanViz.

Moodboard: cos’è e perchè dovresti crearne una ultima modifica: 2017-02-03T13:35:06+00:00 da Alessandro Milani

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